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ESTERI
Israele ha attaccato l’Iran
Nella notte tra il 12 e il 13 giugno
Israele ha lanciato un attacco aereo
su larga scala contro l’Iran,
colpendo anche siti nucleari
come quello di Natanz.
A Teheran e in altre città
si sono sentite forti esplosioni,
che hanno provocato
78 morti tra i residenti
e 329 feriti.
Secondo le autorità israeliane,
si è trattato di un’azione “preventiva”
per fermare il programma nucleare iraniano.
Netanyahu ha parlato
di una minaccia esistenziale per Israele
e ha detto che l’operazione andrà avanti
finché sarà necessario.
L’Iran ha definito l’attacco
una “dichiarazione di guerra”
e ha promesso una dura risposta.
Secondo i media locali,
sono stati uccisi alti comandanti
delle Guardie Rivoluzionarie
e scienziati legati al programma atomico.
Gli Stati Uniti si sono detti
informati ma non coinvolti.
La tensione è altissima
e rischia di trascinare la regione
in un conflitto ancora più ampio.
L’Idf, Forze di Difesa Israeliane,
ha detto: “Siamo al punto di non ritorno”
ribadendo inoltre
che la minaccia nucleare iraniana
non può più essere ignorata.
ESTERI
India: precipita aereo
Un Boeing 787-8 della compagnia Air India,
diretto a Londra,
è precipitato subito dopo il decollo
dall’aeroporto di Ahmedabad,
nello stato del Gujarat.
A bordo c’erano 242 persone:
230 passeggeri
e 12 membri dell’equipaggio.
L’aereo ha perso quota
circa un minuto dopo il decollo
ed è caduto in una zona residenziale
vicino alla pista.
Ha colpito uno studentato medico,
causando un grande incendio
e una colonna di fumo
visibile da lontano.
Purtroppo, quasi tutti i passeggeri
sono morti.
Le autorità hanno confermato
un solo sopravvissuto:
un uomo britannico di 40 anni,
ferito ma vivo.
Anche a terra ci sono state vittime
e molti feriti,
tra studenti e abitanti della zona.
Una delle scatole nere
è già stata trovata,
mentre l’altra è ancora dispersa.
Le indagini sono in corso.
Le prime ipotesi parlano
di un possibile guasto meccanico
oppure di un errore umano.
ESTERI
Nuovo accordo su Gibilterra dopo la Brexit
Il Regno Unito, la Spagna
e la Commissione Europea
hanno raggiunto un accordo
sulla gestione delle frontiere di Gibilterra,
evitando la creazione
di un “confine rigido”
dopo la Brexit.
L’intesa garantisce
la libera circolazione
tra Gibilterra e la Spagna,
con l’eliminazione delle barriere fisiche
e dei controlli su persone e merci.
I controlli negli aeroporti e nei porti
saranno svolti congiuntamente
da personale britannico e spagnolo,
come avviene sui treni Eurostar.
Sono previsti anche accordi
su visti e tasse,
soprattutto per beni come il tabacco.
Dal 2021, Gibilterra è fuori dall’UE
ma fa parte dell’area Schengen,
permettendo l’ingresso senza passaporto
per i cittadini Schengen,
ma non per i britannici.
Al referendum del 2016,
il 96% degli abitanti di Gibilterra
aveva votato per restare nell’UE,
temendo conseguenze economiche negative.
Anche la Spagna era contraria
a un confine rigido,
vista la dipendenza economica
della regione vicina.
Oggi oltre 15.000 lavoratori
attraversano quotidianamente la frontiera.
Gibilterra, territorio britannico
dal XVIII secolo,
ha una lunga storia di conflitto
tra Regno Unito e Spagna
riguardo alla sua sovranità.
www.ilpost.it
www.ilfattoquotidiano.it
TECNOLOGIA
Proteste in California: i chatbot AI aumentano la disinformazione
Durante le recenti proteste a Los Angeles
contro i controlli
dell’Immigration and Customs Enforcement,
sui social sono circolate
molte fake news.
Alcune immagini,
come quella di un bancale di mattoni,
sono diventate simboli falsi delle proteste.
In realtà, quella foto
era già apparsa nel 2019
su un sito malese di materiali edili.
Ogni volta che negli USA ci sono proteste,
la stessa immagine ricompare
con accuse infondate:
“I mattoni sono stati messi lì
per aiutare i manifestanti violenti”.
Molti utenti hanno condiviso la foto
accusando gruppi legati al finanziere
e filantropo George Soros
di organizzare i disordini.
Alcuni account, anche stranieri,
hanno rafforzato queste teorie complottiste.
Un altro caso riguarda foto
pubblicate dal “San Francisco Chronicle”,
dove si vedono dormire a terra
soldati della Guardia Nazionale.
Il governatore Newsom
le ha usate per criticare Trump.
Molti sostengono che le foto sono false
oppure create con l’intelligenza artificiale.
Alcuni utenti hanno chiesto chiarimenti
ai chatbot AI come Grok e ChatGPT,
ma le risposte erano sbagliate,
e hanno creato ulteriore confusione:
dimostrando che il fact-checking
proveniente dalle intelligenze artificiali
può peggiorare la disinformazione.
CULTURA & SOCIETA’
A Notting Hill spuntano facciate dipinte di nero
Il famoso quartiere londinese di Notting Hill
sta cambiando molto
nell’ultimo periodo.
Le sue famose case colorate,
rese celebri dal film con Julia Roberts,
attirano ogni giorno centinaia di turisti
e influencer a caccia di foto.
Il problema,
chiamato “overtourism residenziale”,
sta nel costante affollamento,
pochissima privacy
e rumore continuo per i residenti.
Per tutti questi motivi,
alcuni di loro,
stanchi della situazione,
hanno deciso di ridipingere le facciate di nero
per renderle meno fotogeniche.
È un modo per scoraggiare i curiosi
e provare a riprendersi
un po’ di tranquillità.
Sono spuntati anche cartelli
con scritto “zona tranquilla”
e catene davanti alle scale.
In una lettera aperta,
gli abitanti chiedono agli altri residenti
di fare lo stesso:
meno foto, più rispetto.
Notting Hill non vuole più essere
solo uno sfondo perfetto.
CULTURA & SOCIETA’
All’asta la prima borsa Birkin della storia
The Original Birkin
è la prima e originale borsa di Hermès,
e presto verrà messa all’asta
da Sotheby’s a Parigi.
Ancora non è stato comunicato
il prezzo di partenza
di questo iconico accessorio,
caratterizzato da elementi di design unici,
come le dimensioni,
la tracolla, la cerniera
e le borchie sul fondo.
L’originale borsa Birkin di Hermès
diventerà la protagonista
della vendita intitolata “Fashion icons”
il prossimo 10 luglio
durante la Paris Fashion Week
dedicata all’Alta Moda.
Le Birkin bag di Hermès
hanno un valore economico così elevato,
da essere considerate più remunerative
degli investimenti in borsa!
Questa borsa nacque circa 40 anni fa
per Jane Birkin, cantante e attrice
che riuscì a trasformarla
in una borsa-culto.
Nel 1984 Jane Birkin e l’allora CEO della Maison,
si incontrarono per caso
su un volo AirFrance;
in quell’occasione la diva si lamentò
di non riuscire a trovare
una borsa abbastanza capiente
per la quotidianità,
ispirando il direttore a dare vita
a un prototipo appositamente per lei.
Nel 1985 Hermès offrì l’iconica borsa
a Jane Birkin,
chiedendole anche il permesso
di chiamarla col suo nome.
www.tgcom24.mediaset.it
d.repubblica.it
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